In questi giorni di metà febbraio numerosi Enti Locali, in cui viene applicata l’imposta di soggiorno, si sono trovati a dover fornire delle spiegazioni a numerosi gestori in seguito ad una mail, un po’ confusa, inviata direttamente dalla piattaforma turistica internazionale Airbnb, in cui sembrerebbe assumersi le responsabilità relative alla riscossione e alla gestione dell’imposta di soggiorno.
Tuttavia, da una lettura più approfondita, emergono diverse criticità che in futuro potrebbero far insorgere numerosi problemi piuttosto rilevanti.
Analisi della mail inviata da Airbnb
Il giorno venerdì 09/02/2024 il portale turistico statunitense Airbnb invia una mail in cui comunica ai propri host che a partire dal 15 febbraio 2024 si preoccuperà egli stesso della riscossione e della gestione dell’imposta di soggiorno, sollevandoli così da ogni onere ad essa inerente.
Se non altro questo è ciò che si evince leggendo le seguenti righe di apertura della comunicazione:
Si specifica, successivamente, che tale trattamento verrà riservato unicamente ai gestori di locazioni brevi appartenenti ad una delle categorie esplicitate all’interno di un elenco presente nella mail, discriminando le strutture con classificazione differente (esempio: Hotel, Bed & Breakfast…).
Nella comunicazione si procede a spiegare come verrà effettuato il versamento dell’imposta riscossa da parte di Airbnb al comune, con le seguenti righe:
dichiarazione trimestrale per ogni comune con l'importo complessivo dell’imposta di soggiorno riscossa per tutte le prenotazioni nella zona fatte tramite Airbnb. Ciò significa che tutti gli host che offrono locazioni brevi saranno rappresentati da un unico importo di pagamento e non forniremo i vostri dati personali nella dichiarazione. ”
Il versamento verrà quindi effettuato attraverso una dichiarazione trimestrale, senza tenere conto del regolamento applicato dall’Ente interessato, e riporterà il totale riscosso senza fornire alcun dettaglio sulle strutture, rendendo così difficoltosa la verifica del corretto pagamento da parte dei gestori. L’imposta sarà inoltre applicata per la durata di tutto l’anno senza distinzioni, bypassando ulteriormente il regolamento stabilito dall’Ente.
La piattaforma turistica cita, all’interno della mail, anche la Dichiarazione Annuale entro il 30 giugno, assicurandone la compilazione automatica per i gestori, con la seguente affermazione:
Tuttavia la completezza e la validità del documento prodotto risultano molto dubbie e potenzialmente nulle. Ciò che traspare dalle seguenti righe (e in generale dalla comunicazione completa) è che i dati con cui verrà effettuato tale adempimento saranno legati unicamente ad Airbnb, escludendo prenotazioni al di fuori della piattaforma e generando quindi una Dichiarazione Annuale parziale.
Sebbene l’introduzione lasci supporre che Airbnb subentri in modo automatico, proseguendo la lettura della comunicazione, è possibile imbattersi nel punto di seguito riportato:
Da quanto riportato è possibile dedurre che la gestione dell'imposta di soggiorno da parte di Airbnb è conseguenza di un accordo sottoscritto dall'Ente Locale con Airbnb stesso e che quindi esso non sostituirà il precedente metodo in modo automatico all’infuori di un accordo.
Inoltre, nei paragrafi successivi, la piattaforma esplicita chiaramente come il gestore non sia svincolato dai propri adempimenti completamente ma soltanto in modo parziale:
Potresti essere responsabile di altri obblighi di presentazione di dichiarazioni fiscali. Per ulteriori informazioni su tali obblighi, ti consigliamo di contattare le autorità fiscali competenti o il tuo commercialista. ”
Potresti essere responsabile del rispetto delle norme e dei regolamenti locali applicabili al tuo annuncio. Per ulteriori informazioni su tali obblighi, ti consigliamo di contattare le autorità competenti locali o il tuo consulente legale. ”
Il portale infatti non si occupa della compilazione della dichiarazione prescritta dal proprio Ente, senza portare quindi grandi vantaggi ai gestori sotto questo punto di vista.
Non fornisce la possibilità di produrre il Modello 21 (altro adempimento che i gestori sono tenuti ad eseguire su richiesta del proprio Ente) e, come già affrontato nelle righe precedenti, permetterebbe soltanto una generazione parziale della Dichiarazione Annuale da comunicare all’Agenzia delle Entrate.
Infine non si preoccupa della comunicazione alla Questura degli alloggiati, ulteriore adempimento che i gestori hanno l’obbligo di effettuare non solo per motivi legati alle statistiche del paese, ma in particolare per motivi di tutela e protezione.
La mail si conclude con il seguente paragrafo:
Emerge, ancora una volta, che Airbnb non subentra automaticamente ma soltanto in alcuni particolari contesti (“[...] nelle zone in cui Airbnb decide di facilitare tale raccolta.”) e, nelle righe successive, viene precisato che accettando i termini di servizio imposti dalla piattaforma non sarà più possibile gestire le esenzioni. Tale condizione rende passibili d’imposta tutti i soggetti che effettuano la prenotazione tramite Airbnb. In alternativa, qualora il gestore ritenga l’esenzione applicabile, deve rifiutare la prenotazione.
Ad esempio: se un portatore di disabilità esentato dal comune effettuasse una prenotazione tramite Airbnb, il gestore dovrebbe fargli pagare l’imposta di soggiorno o rifiutarsi di alloggiarlo.
Considerazioni finali
Questo tipo di accordo non è una novità ma esiste ormai da svariati anni. Circa una ventina di Enti, in cui è applicata l’imposta di soggiorno, hanno sottoscritto questa convenzione, portando in alcuni casi all’insurrezione di problematiche piuttosto significative.
Senza dubbio la riscossione della gestione dell’imposta di soggiorno potrebbe risultare più semplice per quelle strutture che utilizzano esclusivamente Airbnb, ma si tratta di una sottogruppo ridotto.
La complessità aumenterebbe considerevolmente per tutti quei gestori che si servono di più portali turistici e/o accettano prenotazioni al di fuori di Internet.
Inoltre la piattaforma offre una gestione dell’imposta di soggiorno alle proprie condizioni (versamento trimestrale complessivo che non tiene conto del regolamento dell’Ente Locale) e l’assenza del dettaglio delle singole strutture rende estremamente complesso qualsiasi tipo di controllo atto a verificare la correttezza dei pagamenti dei gestori.
Per ulteriori informazioni è possibile fare riferimento anche al nostro articolo precedente, clicca qui per saperne di più.
Soluzioni software
In caso di adesione da parte dell’Ente Locale proponiamo analogamente una soluzione software specifica utile all’estrazione e riconoscimento di dati convenienti allo svolgimento di alcuni controlli e la verifica delle riscossioni attraverso Airbnb.
La suite StayTour Mapcontrol infatti, oltre alla funzionalità già citata, mette a disposizione una serie di servizi utili al contrasto dell’abusivismo ricettivo setacciando diversi portali di booking online.